Nelle ultime settimane, complice il caldo che molto spesso comporta sostanziosi aumenti dei consumi idrici, Hotel Zero Waste ha effettuato un’analisi puntuale sui trend delle tariffe idriche, valutando sia il contesto nazionale, sia approfondendo come “case study” l’area sarnese vesuviana e la Penisola Sorrentina.
Un’analisi sui prezzi dell’acqua non può non tener conto di un fattore che incide notevolmente: gli sprechi. Nonostante la divulgazione di campagne informative, a dire il vero in Italia non particolarmente diffuse rispetto ad altre nazioni europee come la Germania, il Bel Paese non ha ancora colto appieno quanto sia preziosa la risorsa acqua e quanto si renda sempre più necessario non sprecarla.
Gli sprechi sono molteplici e riguardano sia la dispersione idrica, sia l’utilizzo sconsiderato e non sostenibile fatto di questo bene prezioso.
In Italia circa un terzo dell’acqua immessa nelle tubature va sprecata; nelle aree meridionali del Paese si arriva al 43%, ma a livello regionale le più sprecone sono Lazio (60% il livello di dispersione idrica nel 2014) e Sardegna (52%).
Per quanto concerne invece gli sprechi relativi ai comportamenti individuali, in Italia la città più “sprecona” è Livorno, e la Toscana, di conseguenza, è tra le regioni italiane con una spesa maggiore per le risorse idriche, seguita da Marche, Umbria, Emilia Romagna e Puglia.
In Italia i costi per l’acqua hanno subito negli ultimi anni un netto capovolgimento di trend: fino al 2010 nella maggior parte delle regioni le tariffe sono rimaste stabili, facendo registrare in alcuni casi hanno anche diminuzioni su basi annuali.
A partire dal 2011 la situazione è iniziata a mutare, con variazioni molto elevate in tutte le regioni italiane.
Confrontando le tariffe (domestiche) tra il 2007 ed il 2015, il Veneto si attesta la regione con il maggior aumento in termini percentuali, registrando un incremento che sfiora il 68%, mentre la Campania è appena al di sotto del 40%.
Restando in ambito campano, per quanto riguarda invece la situazione delle utenze non domestiche, nell’area sarnese, vesuviana ed in Penisola Sorrentina dal 2012, anno dell’introduzione delle nuove tariffe, hotel, ristoranti, bar, ed altre attività commerciali hanno visto un aumento rispetto agli anni precedenti di circa 0,93 € al mc. Tale aumento è continuato negli ultimi anni in modo esponenziale: di seguito le tariffe non domestiche per anno:
- 2012: € 2,01 al mc;
- 2013: € 2,28 al mc;
- 2014: € 2,52 al mc;
- 2015: € 2,75 al mc;
- 2016: € 2,94 al mc.
A causa dell’aumento delle tariffe, un hotel di circa 70/100 camere, a parità di consumi, nel 2016 spenderà circa 10.000,00 euro in più rispetto al 2012. Nei prossimi anni ci saranno ulteriori aumenti: stimiamo che già nel 2017 la tariffa supererà i 3,00 euro al mc, mentre nel 2021 potrebbe arrivare anche a 4,00 euro al mc.
Le contingenze strutturali e gestionali non consentono attualmente alcun intervento che possa mirare a ridurre le tariffe sull’acqua. L’unica soluzione percorribile per il futuro è quella di analizzare in dettaglio i consumi idrici ed attuare giuste iniziative mirate ad un consumo delle risorse più intelligente e sostenibile.
La strategia Hotel Rifiuti Zero, applicando gli stessi concetti che valgono per la riduzione dei rifiuti e dei consumi di energia elettrica, ha individuato alcuni sistemi che si stanno già mettendo in pratica negli hotel che hanno abbracciato questo percorso di sostenibilità e che consentiranno un netto abbassamento dei consumi idrici.
Gli alberghi della Penisola Sorrentina aderenti alla Strategia Hotel Rifiuti Zero si stanno ponendo ambiziosi obiettivi, che potranno raggiungere, anche grazie alla consulenza professionale di Antonino Esposito e del suo staff, nel breve – medio periodo (3/5 anni), diventando in questo modo attività sostenibili a tutti gli effetti, dalla corretta produzione e gestione dei rifiuti, all’ottimizzazione delle risorse e ad un netto ed evidente risparmio economico.